thema3x ha scritto:E' legale utilizzare una Nanostation per collegarsi ad una rete wifi pubblica libera, in quanto di fatto NON cambia nulla rispetto a collegarsi con un client, con l' unica differenza che si utilizza un sistema di antenna aggiuntiva per migliorare la ricezione.
Ottimo.
A regola un sistema di pubblica connettività BEN FATTO, non dovrebbe permettere tecnicamente di base quanto descrivi. Questo in funzione non solo di particolari accorgimenti tecnologici "attivi" che escludono di fatto dalla rete tutto ciò che è differente da un client con un OS noto, ma anche attraverso limiti di tempo e di banda di utilizzo che di fatto rendono la rete pubblica NON equiparabile ad una connettività dedicata destinata al consumatore finale.
Beh allora è tutto fuorché "BEN FATTO"; come fa una connessione wifi a riconoscere il SO?
Limiti di tempo non ve ne sono visto che rimane collegato per oltre 12 ore senza alcun limite, idem come banda, sempre piena ed abbondante.
Ove tali metodologie NON sono implementate, quindi si riesce di fatto tecnicamente a fare quanto indichi, il problema non è per l' utenza finale, ma sia per il realizzante ( ditta che ha fatto l' impianto ) che per l' erogatore del servizio ( il Comune o la Comunità che hanno deliberato la realizzazione ) in quanto ambi risultano in comportamento ANTI CONCORRENZIALE rispetto ad un provider, il quale facendo una causa legale potrebbe sicuramente vincere, imponendo sanzioni e domandando la disattivazione del sistema.
Chi ha realizzato l'impianto non è una ditta ma un conoscente dell'esercente a nessun titolo, come piacere personale. Come fa un ISP a rendersi conto di un singolo caso e denunciarlo?
In caso il sistema non preveda autenticazione individuale, ma semplicemente equivale ad una rete aperta "senza limiti", consiglio vivamente di starci fuori, perché in breve tempo potrebbe diventare una rete fuori controllo, ove la privacy dei dati degli utenti ad essa connessi può risultare seriamente messa a rischio.
Non prevede autenticazione, equivale in tutto e per tutto come rete wifi aperta, perlomeno lato rete civica.
Questo, oltre probabilmente andare contro al regolamento di cui sopra, è ETICAMENTE SCORRETTO, quindi sconsiglio di considerarlo. Ulteriormente si rischia di mettere a disposizione dei propri clienti un sistema di cui NON si è padroni, ne responsabili in alcun modo .... ovvero ci si sta infilando in un tunnel senza fine nel caso qualche utente per un qualsiasi X motivo denunci una questione di violazione della privacy o di attività informatica illegale.
Neppure se viene fatto per pochi utenti con un altro SSID con password?
Faccio un esempio ... la polizia postale scopre che la rete in questione è stata usata per pubblicare su facebook contenuti pedo-porno ... durante le indagini vengono nel tuo esercizio e dicono che sei stato tu, perchè la rete arriva da te e li viene manipolata in modo poco corretto o quanto meno ambiguo o perchè qualche tuo cliente non contento dice loro che sei stato tu: come fai a provare inequivocabilmente che NON sei stato tu o uno dei tuoi clienti ? Ma anche ammesso che fosse uno dei tuoi clienti, come fai a rintracciarlo in modo univoco manlevandoti la responsabilità ?
Considera che non c'è la network isolation attivata, che i client che si collegano prendono un indirizzo assegnato dal DHCP server della rete civica. Quindi è come se di fatto si fossero connessi alla rete civica, non finiscono tutti come connessi in capo al pubblico esercizio. Quindi le connessioni è come se fossero fatte alla CPE della rete civica.